Luglio in rialzo: mercati globali positivi tra trimestrali e volatilità

30 Luglio 2025
Italian Times

Nel mese di luglio, i principali indici azionari globali hanno registrato performance per lo più positive: il FTSE MIB +2,7%, lo Stoxx Europe 600 +1,7%, l’S&P 600 +3,0% ed il Nasdaq +3,7% in valuta locale (total return).

Ci troviamo alle prime battute della reporting season, vale a dire il periodo dell’anno in cui le società quotate comunicano i risultati relativi al secondo trimestre (e quindi all’intero primo semestre) e forniscono indicazioni sull’andamento atteso per la seconda metà dell’anno. In questa fase, le aziende tendono a confermare o rivedere la propria guidance annuale, oltre a delineare un primo outlook per gli anni successivi.

Al momento, si osserva una certa volatilità accompagnata da una temporanea debolezza nei risultati, in particolare nei settori più ciclici (come industriali, chimici e semiconduttori), dove è spesso difficile monitorare tempestivamente la domanda finale. Questa, infatti, è filtrata da molteplici livelli di distributori che adeguano i propri ordini non solo sulla base della domanda della clientela, ma anche in funzione del livello di scorte di magazzino. Tale meccanismo introduce un ritardo di alcuni mesi nella corretta valutazione della reale tonicità della domanda finale.

Il settore del lusso continua a rimanere sotto pressione, con risultati finora poco brillanti. Le aziende del comparto segnalano un trend di “rimpatrio” della spesa: rispetto all’estate del 2024, si osserva infatti un calo significativo degli acquisti da parte dei turisti all’estero, con una maggiore propensione a spendere nei mercati locali di appartenenza. Questo fenomeno potrebbe essere attribuito alle forti oscillazioni valutarie registrate negli ultimi mesi. A questo si aggiunge il tema della leva operativa: in un contesto di rallentamento dei ricavi, l’incidenza di costi fissi (come affitti dei negozi e stipendi dei dipendenti) rispetto a quelli variabili rischia di compromettere la tenuta dei margini aziendali. Sebbene il settore presenti valutazioni oggi particolarmente interessanti, riteniamo fondamentale, per poter tornare a guardarlo con fiducia nel medio-lungo termine, comprendere se la debolezza persistente della domanda cinese sia di natura transitoria o strutturale.

Segnaliamo, infine, che nelle ultime settimane le mid e small cap hanno in parte colmato il forte gap di sottoperformance rispetto alle large cap. Questo recupero è stato favorito da un progressivo miglioramento degli indicatori macroeconomici, grazie alla graduale normalizzazione dei tassi d’interesse, che ha attenuato la compressione dei multipli borsistici subita da queste società negli ultimi tre anni. Affinché tale movimento possa consolidarsi anche nel medio-lungo periodo, sarà tuttavia necessaria una maggiore visibilità sulla tenuta del ciclo economico, nonché un allentamento delle attuali tensioni geopolitiche e commerciali.

Restiamo dunque attenti a cogliere tutti i segnali incoraggianti di un’inversione di trend, mantenendo un approccio fortemente selettivo, volto a individuare società le cui valutazioni siano state ingiustamente penalizzate dal ciclo di rialzo dei tassi, ma che presentino fondamentali solidi.

 

A cura di Massimo Trabattoni, Head of Italian Equity

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