Asia, ma con distinguo

3 Marzo 2014

Il Giappone si annuncia uno dei paesi più brillanti per il 2014 dal punto di vista degli investimenti finanziari: ne parla Michele Gesualdi, gestore a capo del team Multi-Manager di Kairos Partners, che quotidianamente monitora scenari geografici ed economici per comporre l’offerta in tema di fondi multi-manager della Sgr milanese. «A seguito della correzione di gennaio, consideriamo interessante la volontà del governo di imprimere uno slancio alla ripresa economica del Paese. Dopo la stagnazione che ha caratterizzato gli ultimi anni, infatti, si intravede un disegno di stimolo importante, destinato a incidere in maniera significativa su uno scenario in cui è di fatto esiguo il numero di operatori attivi. Chi è già presente in loco e conta su una solida rete di contatti e informazioni, ha le potenzialità per fare un ottimo lavoro».

Lo sguardo di Gesualdi e degli altri gestori che operano da Londra e New York spazia sui sei continenti e ovunque realizza ogni anno un numero di incontri diretti con i gestori locali che porta ciascun membro del team ad acquisire una visione fortemente glocal, vale a dire allo stesso tempo locale e globale. «Un valore aggiunto che ci consente di fare un’analisi più approfondita delle situazioni, grazie alla possibilità di tenere conto di dati macro ma anche di informazioni locali e di dettaglio». Le sfumature, dunque, emergono quando, ad esempio, si prendono in considerazione i Mercati emergenti: «Se in questi contesti la vecchia economia rappresentata da commodities, banche etc è in grave difficoltà, è bene anche tenere presente che l’aspetto del consumo interno è in pieno bull market. Il 2014, dunque, rimarrà con buona probabilità ancora volatile, ma allo stesso modo sarà comunque possibile ottenere rendimenti molto positivi». L’Asia, comunque, si conferma tra gli emergenti l’area più promettente.

E l’Europa? «Assistiamo certamente a un trend di recupero e ripresa dal basso – afferma – ma sussistono ancora troppe problematiche. I flussi rallenteranno e ci si pone ancora qualche dubbio sulla solvibilità delle economie di alcune nazioni. Ragion per cui – conclude Gesualdi – su questo fronte è meglio essere selettivi».

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