Azionario, la giusta misura

12 Dicembre 2013

Si chiude in positivo l’anno degli investimenti in campo azionario, ma quello targato 2013, rispetto ai precedenti, è un più che esprime maggiore convinzione dei precedenti. Lo spiega Massimo Trabattoni, del team dei gestori di Kairos Partners. «Riguardando all’anno che si sta chiudendo, appare evidente come la prima parte sia stata segnata dall’incertezza dovuta al quadro politico, che si è protratta anche a seguito delle elezioni di marzo. Le larghe intese hanno solo in parte stabilizzato l’umore degli investitori che, superate alcune delle paure maturate dopo il 2008, sono alla ricerca di rendimenti più alti nel medio periodo, attesa che rende accettabile una volatilità più elevata e che genera un inevitabile travaso dal mondo dei bond all’equity». E così, dopo un’estate di alti e bassi, ma tutto sommato anch’essa caratterizzata da ottimismo, si è vissuto un autunno condizionato dal tema della ripresa, che se per ora non si vede nei numeri, si percepisce nel sentiment degli investitori e degli operatori. «Si tratta di un tema che terrà banco anche nei prossimi mesi – prevede Trabattoni – e legato al Treasury decennale Usa: l’aumento dei rendimenti di quest’ultimo è un indicatore della ripresa del ciclo economico. Personalmente – aggiunge – vedo con favore l’uscita da una fase in cui si fa affidamento sul “polmone artificiale” del quantitative easing per tornare a credere nella capacità di recupero dell’economia reale. È importante, comunque, che questa fase avvenga in modo non traumatico. I risultati della riduzione dei tassi e della ricapitalizzazione del settore bancario non hanno ancora prodotto gli effetti sperati sull’economia reale. I benefici sono infatti rimasti nell’ambito della finanza senza una concreta ripresa del credito alle imprese.

Per quanto riguarda le gestioni Kairos Partners, Massimo Trabattoni si dice estremamente soddisfatto delle performance, ottenute anche attraverso un riposizionamento su alcuni settori: «In particolare quello degli aeroporti, si pensi al caso Gemina-Atlantia. Il settore del lusso, invece, risulta ancora oggi sopravvalutato. All’espansione dei multipli non è corrisposto un miglioramento dei fondamentali, per cui siamo rimasti esposti esclusivamente a singole storie piuttosto che all’intera categoria di titoli. Guardando al futuro esistono poi interessanti opportunità di recupero sul mondo assicurativo, soprattutto lato danni, e stiamo selezionando temi tipicamente finanziari, operando comunque con molta cautela».

Per quanto riguarda i prodotti, uno dei punti focali dell’anno è la trasformazione dell’Hedge Italia in KIS Italia: «Il cambiamento della “scatola” è stato pensato per garantire più trasparenza e maggiore liquidabilità ai nostri clienti. Coloro che ci hanno seguito, hanno realizzato complessivamente un rendimento di circa il 30%. I maggiori contributori nell’anno sono stati Atlantia-Gemina, Unipol-Fondiaria-Sai e alcune small cap».

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