“Ci sono solo due posti al mondo dove possiamo vivere felicemente: a casa e a Parigi”, diceva Ernest Hemingway.
La casa del futuro però non sarà quella di oggi.
Per progettare la casa del futuro occorre essere guidati da due principi fondamentali: il risparmio energetico ed il rispetto per l’ambiente attraverso utilizzo di materiali ecosostenibili.
La casa del futuro sarà basata su tecnologie avanzate che esistono già adesso, ma che saranno utilizzate su larga scala.
La casa del futuro avrà consumi ed emissioni pari a zero, producendo da sé l’energia necessaria. Pannelli fotovoltaici e solari termici saranno la normalità, insieme ai sistemi geotermici ed eolici. I materiali di costruzione saranno sempre riciclabili e capaci di mantenere temperatura, traspirabilità ed umidità ottimali.
Qual è l’impatto del settore immobiliare sui consumi energetici oggi?
ll settore immobiliare in Europa è responsabile del 40% dei consumi energetici del continente e del 36% di emissioni di gas serra (fonte: IRP, Resource Efficiency and Climate Change, 2020*, and UN Environment Emissions Gap Report 2019**). Più del 40% delle unità immobiliari in Europa sono state costruite prima degli anni 60, ovvero prima che ogni normativa sull’isolamento termico fosse introdotta.
Quali sono gli obiettivi per la sostenibilità di questo settore?
Il settore immobiliare rientra dunque tra i segmenti impattati dal Climate Target Plan 2030 dell’Unione Europea che prevede, tra pilastri alla base degli obiettivi di taglio delle emissioni di gas serra, il miglioramento dell’efficienza energetica.
C’è da chiedersi se la disciplina orientale del feng shui non sia un ignaro precursore dell’enorme ondata di attenzione al concetto di sostenibilità applicato all’immobiliare.
In particolare, tra gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) delle Nazioni Unite, l’SDG 9 è dedicato allo sviluppo di infrastrutture resilienti e alla promozione di un’industrializzazione sostenibile, mentre l’SDG 11 è direttamente connesso alle città per rendere gli insediamenti urbani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili.
In cifre, e guardando il fenomeno da un’altra prospettiva, l’Unione Europea stima la creazione di 160.000 posti di lavoro entro il 2030 dall’ondata di ristrutturazioni “verdi” legata al mondo immobiliare. Una win-win situation per la neutralità climatica e la ripresa.
Quali sono le normative e le linee guida europee in materia?
Numerose sono le linee guida che ci vengono offerte dall’Europa per questa ondata di ristrutturazioni edilizie e di nuove costruzioni. Promozione dell’efficienza energetica alla base, il circolo virtuoso si realizza tramite:
Grazie ai pannelli fotovoltaici, a strategie di progettazione passiva e alle facciate ad alte prestazioni, si può arrivare ad una riduzione del consumo energetico con punte fino al 70% rispetto ad un analogo edificio di “vecchia definizione”.
“Fra il dire e il fare c’è di mezzo il mare”, dice un vecchio proverbio. La distanza che intercorre tra il dire e il fare è quella che si colma con un buon piano d’azione.
Ecco allora che ritroviamo nelle pagine delle direttive europee l’introduzione di standard di performance minimi di efficienza energetica, che saranno gradualmente resi obbligatori e la previsione di incentivi.
Qual è il meccanismo adottato dall’Italia per attuare le normative?
Rispetto agli incentivi, le normative di attuazione si sono differenziate da paese a paese. Il Italia il meccanismo previsto attualmente è quello del superbonus che va fino al 110% dell’intervento, valido nel caso di miglioramento di almeno due classi energetiche, recuperabile entro 5 anni o cedibile.
Il decreto attuativo del PNRR ha messo a disposizione fino a €10,3 miliardi per l’efficientamento energetico e sismico. Si stima che gli investimenti consentiranno la ristrutturazione di circa 50.000 edifici/anno, per una superficie totale di 20 milioni di mq/anno.
Vista da fuori, la casa del futuro sarà simile a quelle di oggi. Ma le apparenze ingannano.
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