COLONNINE DI RICARICA: tra sogno e realtà

10 Maggio 2022
EnSiGn Matter - La rubrica per comprendere la finanza sostenibile

Qual è la differenza fra il sogno e la realtà? Il sogno ci permette di fantasticare su cose difficilmente realizzabili. La realtà è lo stato esistenziale delle cose senza alcun tipo di immaginazione o interpretazione.

Quante volte vi è capitato di sognare in modo così realistico da chiedervi al risveglio se non fosse reale ciò che avete sognato?

Guardando al mercato automobilistico, il sogno è un mondo in cui tutte le auto sono elettriche e con un’infrastruttura di ricarica adeguata; la realtà è che ad oggi siamo ancora molto distanti.

Con il termine colonnine elettriche si definiscono tutte le apparecchiature con cui è possibile ricaricare le batterie dei propri veicoli elettrici o ibridi.

La ricarica della batteria può essere effettuata in modo pubblico presso le stazioni di ricarica diffuse sul suolo nazionale (anche in luoghi privati destinati ad uso pubblico come i parcheggi dei centri commerciali) oppure in modo privato a casa, mediante l’installazione di una colonnina o usufruendo delle prese domestiche o industriali. In entrambi i casi, l’alimentazione avviene via cavo.

Non esiste una forma standard delle colonnine elettriche.

A seconda della destinazione d’uso, le stazioni di ricarica per veicoli elettrici hanno strutture diverse: a parete (dette anche wall box) generalmente installate nei garage, o installate su pali o colonne su strade in luoghi pubblici.

Di solito, questi dispositivi di ricarica vengono attivati tramite una carta o un’applicazione fornita dal gestore scelto per il servizio. La carta (o l’applicazione) viene utilizzata per avviare la ricarica e terminarla alla fine. Il costo normalmente consiste in un importo fisso che dipende dell’operatore scelto e da una parte variabile calcolata in base ai kW/h forniti.

Il tempo di ricarica è determinato sia dalla potenza a cui questa avviene, sia dalle caratteristiche del veicolo elettrico.

Volendo semplificare, una berlina di medie dimensioni, con la colonnina domestica (potenza 3kW) e la modalità lenta richiede circa 8 ore per terminare un ciclo completo. Con una colonnina veloce (potenza fino a 50kW) è possibile raggiungere l’80% di autonomia in circa 30-60 minuti. Utilizzando infine centraline Supercharger sviluppate da Tesla (potenza fino a 250kW), bastano anche solo pochi minuti.
Il problema è che al momento sono accessibili soltanto alle auto della casa automobilistica americana.

Ma non è tutto oro quel che luccica. Una criticità rilevante per l’utilizzo di massa delle auto elettriche, oltre al maggior costo iniziale per acquistare il veicolo, è la mancanza di un’infrastruttura adeguata.

A fine 2021 in Europa, a fronte di un parco circolante di circa 360 milioni di veicoli (con qualunque propulsione), meno del 2% sono elettrificati (elettrici o ibridi), per un totale di circa 7,5 milioni di veicoli.

Inoltre, nel Vecchio Continente le stazioni di ricarica sono solo circa 185 mila, una ogni 40 autovetture.

In Italia sono presenti 20.757 punti di ricarica e le infrastrutture si trovano principalmente nel Nord Italia: il Centro, il Sud e le Isole restano ancora zone poco densificate.

 

Punti di ricarica e infrastrutture

Fonte: InsideEVs

 

Ma allora come faremo a raggiungere il sogno? La distanza tra sogno e realtà si chiama azione: è necessario avviare da subito un intenso programma di investimenti per densificare l’impianto infrastrutturale.

Nel piano Fit for 55, presentato lo scorso luglio, l’Unione Europea ha espresso la volontà di garantire che gli automobilisti siano in grado di ricaricare i propri veicoli in una rete molto capillare ed affidabile in tutta Europa. Gli Stati membri dovranno espandere la capacità di carica in linea con le vendite di auto elettriche.

L’Unione Europea stanzierà una cifra compresa tra gli 80 e i 120 miliardi di euro, da suddividere tra colonnine elettriche pubbliche e private e l’istallazione di stazioni di ricarica lungo tutte le strade europee.

Un primo obiettivo è avere almeno una colonnina ogni 60 km sulle principali autostrade entro il 2025. Si stima che tra 10 anni serviranno almeno 3 milioni di stazioni di ricarica per far fronte alla domanda crescente di auto elettriche.

Nel mentre si inizia già ad intravedere qualche dato di speranza. In data 28 aprile 2022, sono stati annunciati i primi due accordi di sviluppo intensivo dell’infrastruttura, siglati da una parte da società industriali che forniscono l’attrezzatura (le colonnine di ricarica) e dall’altra società che possiedono la distribuzione (le stazioni di servizio): ABB E-mobility con Shell e Volskwagen con BP.

La strada verso la piena adozione dell’elettrico è ancora lunga, ma la direzione è segnata ed è compito di questa generazione fare in modo che non rimanga solo un sogno.

Magari nel 2050 – anno in cui l’Europa si è impegnata a diventare il primo continente totalmente a impatto climatico zero – con un po’ di immaginazione, la probabilità di trovare un  distributore di benzina nelle vicinanze sarà forse pari a quella di trovare oggi una colonnina di ricarica.

 

Paulo Cohelo diceva:

Credo che solo una cosa renda impossibile
la realizzazione di un sogno:
la paura di fallire!

 

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