I mercati azionari non salgono e basta, ma durante il loro cammino possono anche scendere. I recenti scivoloni visti nelle Borse di mezzo mondo lo hanno ricordato ai molti che si erano dimenticati di questa semplice regola di Borsa dopo anni caratterizzati da assenze di correzioni importanti e diffusi trend rialzisti di fondo.
D’altronde c’era da aspettarselo che prima o poi sarebbe accaduto. Gli indizi non mancavano certo, a cominciare dalla palese ripidità di crescita dei grafici degli indici azionari statunitensi. Un altro segnale anticipatore era rappresentato dai livelli estremamente bassi della volatilità implicita nell’indice S&P 500, il noto Vix. Troppo bassi. Vedere il Vix restare a lungo intorno quota 9 quando la sua media storica è nel range 12-15 era decisamente anomalo. Ora, seppur con un movimento brusco, la volatilità sta risalendo verso i suoi livelli fisiologici, con le Borse che riprendono fiato a bocca aperta dopo una lunga corsa alle spalle.
Dunque, nei mercati azionari le correzioni esistono, ed esisteranno sempre. Ma quanto durerà questa fase di forti prese di beneficio? Dipende da diversi fattori, come l’intensità della violenza della discesa e la velocità di rientro dalle politiche monetarie espansive da parte delle Banche Centrali come Fed e, più avanti, della BCE. E’ probabile che duri qualche giorno, magari allungandosi nel tempo per qualche settimana. Di certo, anche in questo caso, resterebbe ancora confinata al rango di “correzione”, non di un’inversione di rotta. Almeno per quanto visto finora.
Se questo scenario non sarà inficiato da fattori destabilizzanti nuovi, allora la fase di correzione in corso può avere le carte in regola per diventare più avanti un’opportunità di acquisto. Una volta che Wall Street ci farà vedere segnali di rasserenamento si potrà entrare di nuovo sul mercato azionario. Su che titoli, rimanendo focalizzati su Piazza Affari? Uno dei temi più caldi resta quello dei PIR e quindi delle più interessanti small e medium cap italiane. Tra le big cap bisognerà essere invece un po’ più selettivi, seguendo il principio della rotazione verso i titoli che in precedenza erano rimasti ai margini del recente movimento rialzista. Di certo bisognerà essere selettivi relativamente alle banche di casa nostra. La spada di Damocle di aumenti di capitale diffusi per fronteggiare l’eccessiva esposizione ai Non Performing Loan è sempre lì e ci resterà a lungo, ma in ogni caso l’eventuale problematica sarà un problema della singola banca e non più un rischio sistemico come nel passato.
A cura di Massimo Trabattoni, Responsabile Azionario Italia di Kairos per la rubrica Italian Times di AdvisorPrivate.