Mario Draghi è riuscito a trasformare una notizia negativa, l’annuncio della fine del programma di quantitative easing, in una buona affermando che i tassi in Europa resteranno ancora bassi almeno per un anno.
In questo modo ha dato, da una parte, un messaggio positivo per sospendere la speculazione che si stava creando sullo spread Btp/Bund, dall’altra però, ha tolto un pò di spinta al recupero delle valutazioni borsistiche del settore bancario riportando invece interesse verso il settore utilities.
Queste le due principali conseguenze dei tassi invariati e del Quantitative Easing sul mercato italiano. Ma il fattore che ha maggiormente influenzato i mercati azionari, anche quello italiano, è da collegare a quella che ormai possiamo chiamare la guerra dei dazi.
Le dichiarazioni in merito al possibile ampliamento dell’applicazione di dazi è un fattore che porta incertezza e, come al solito, l’incertezza non è gradita ai mercati finanziari. La maggiore evidenza di questo fenomeno si registra su alcuni settori in particolare, come quello dei beni industriali più legati all’export – con minori ripercussioni sui beni di lusso la cui domanda e’ meno elastica ai prezzi. Se da una parte viene colpito dai dazi il settore industriale, meno esposte restano le aziende puramente domestiche.
Che cosa ci si può aspettare da qui alla fine dell’estate? Sicuramente la volatilità si manterrà ancora forte, con continui alti e bassi nell’andamento dei mercati finanziari fino a quando i timori legati al rialzo delle tariffe non finiranno. Le variazioni registrate dagli indici finanziari saranno evidenti anche all’interno dei singoli settori, con trend in alcuni casi opposti anche a breve termine, investimenti che si possono spostare da un settore ad un altro, dal ciclico al non ciclico e viceversa in base alle situazioni contingenti del mercato. Tutta questa confusione nei mercati moderni è ulteriormente amplificata dall’abuso di algoritmi e program trading…
Fare oggi previsioni a lungo termine non è indicativo, meglio aspettare il prossimo appuntamento significativo per l’Italia, la presentazione della legge finanziaria da parte del governo a inizio ottobre e per lo scenario macroeconomico le elezioni di metà mandato americane a novembre. Fino ad allora Trump probabilmente continuerà a perseguire la ricerca di consenso interno. Si deve considerare che le politiche di Trump non hanno nessuna intenzione di innestare rallentamenti del ciclo economico anche se è riconoscibile il suo interesse per il mercato americano più che per quello globale.
A cura di Massimo Trabattoni, Responsabile Azionario Italia di Kairos per la rubrica Italian Times di AdvisorPrivate.