Il 2014 secondo Roscini

11 Marzo 2014

Forte di una visione che si fonda non solo sull’attento studio e analisi delle dinamiche sociopolitiche e finanziarie mondiali, ma anche su una conoscenza approfondita e diretta di numerose situazioni e geografie di interesse, Dante Roscini, professore di Business, Government e International Economy all’Harvard Business School, traccia un’ampia overview per inquadrare le dinamiche (non solo economiche e finanziarie) attuali.

Prendendo le mosse dall’attualissimo tema dei mercati emergenti e spiegando le ragioni per cui da terre promesse di capitali e guadagni i Brics si siano trasformati negli ultimi mesi in “fragile”, Roscini spiega che se con acronimi e definizioni “friendly” si cerca di semplificare una realtà articolata e complessa, resta l’esigenza di capire quali siano le opportunità ancora realmente presenti su questi mercati. «Alcuni paesi, in particolare, sono certamente caratterizzati da molti rischi, tra cui quelli legati alla governance, alla difficoltà di fare realmente business per colpa della farraginosità della burocrazia o della situazione sociale di riferimento. Molti di loro – argomenta Roscini – hanno ancora necessità di contare su fabbisogni finanziari importanti, tanto che, di recente, si sono incrementati ancora molto i prestiti bancari. Non a caso parliamo di economie verso cui le banche europee sono molto esposte», ha precisato.

Ampio spazio Roscini concede poi a Cina e Giappone, due facce della stessa medaglia asiatica, economie e realtà così vicine, eppur così diverse. «La Cina sta vivendo un rallentamento della crescita economica dovuto anche al fatto che i consumi, seppur stimolati, rimangono molto al di sotto dei valori dei paesi occidentali. Nel Paese stanno investendo in molti e con capitali enormi, ma a decrescere è l’efficienza di questi investimenti. La necessità di un mutamento è evidente. Il tutto andrà affrontato con riforme strutturali. Tuttavia –prosegue l Professore – stiamo sempre parlando di un paese che ha saputo creare un’immensa classe media e che è il primo o secondo partner commerciale di 78 nazioni».

Di Cina, dunque, sentiremo parlare ancora molto e a lungo, mentre la novità recente è il ritorno di un altro ex protagonista delle cronache economiche mondiali: il Giappone. Merito in gran parte del primo ministro Shinzo Abe e della sua Abenomics, riassumibile in tre punti principali: «Stimolo fiscale al 2% del Pil, svalutazione dello Yen, messa in campo di un’agenda di cambiamenti strutturali che puntano a far tornare competitiva l’economia del Sol Levante». E il mostruoso debito pubblico giapponese, al cui confronto anche quello italiano impallidisce? «In gran parte è detenuto proprio dagli stessi giapponesi…», osserva.

Last but not least, gli imprescindibili Usa. Roscini – ingegnere nucleare di formazione ma con un’esperienza decennale nel mondo della finanza, esperto di mercati dei capitali, editorialista –spiega come il paese che di fatto ha dato origine a una crisi che ha profondamente spaventato il mondo abbia nel frattempo effettuato il maggior aggiustamento, riportando sotto controllo la situazione. «Il prezzo delle case sta risalendo, i mutui costano molto meno, le banche hanno ricominciato a finanziare le aziende. C’è molta liquidità e si riscontra un grande fermento in merito a operazioni di M&A. L’impressione che si avverte è che si stia attraversando una fase di espansione e, proprio per questo, l’interesse sta nel capire quanto spazio ci sia ancora per un recupero, nonché quanto si possa essere lontani dal Pil potenziale».

 

Dante Roscini

Ha conseguito l’M.B.A. alla Harvard Business School e precedentemente la Laurea summa cum laude in Ingegneria Nucleare presso l’Università La Sapienza di Roma. È stato responsabile europeo della divisione dei mercati dei capitali azionari in Goldman Sachs e successivamente responsabile a livello globale della stessa divisione presso Merrill Lynch. Più recentemente è passato in Morgan Stanley dove ha ricoperto la carica di Amministratore Delegato e Country Head per l’Italia. Roscini ha ampia esperienza di Direzione Aziendale nelle aree di strategia, finanza, pianificazione e budget, gestione di rischi e risorse umane. La sua particolare competenza è nei mercati dei capitali globali, avendo diretto personalmente numerose privatizzazioni ed offerte azionarie internazionali – molte delle quali sono state operazioni  pionieristiche nel loro genere – contribuendo così alla creazione di strumenti finanziari e modus operandi nel mercato di capitali.

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