Il ritorno a Piazza Affari del mercato primario

24 Maggio 2022
Italian Times

L’andamento degli indici globali continua a essere negativo anche nel secondo trimestre con il FTSE MIB che perde da inizio anno intorno al -12%, leggermente meglio dell’Euro Stoxx -14.5%, degli indici cinesi (CSI -17.5%; Hang Seng -11.5%) e di quelli americani (Dow Jones, S&P e Nasdaq rispettivamente a -14%, -18% e -27%). Questa overperformance relativa può essere spiegata, almeno parzialmente, dalla composizione stessa del FTSE MIB, essendo l’indice più esposto a settori che hanno performato meno negativamente di altri, come le banche, o addirittura positivamente come l’oil e le utilities. Infatti, solo questi tre settori rappresentano più del 60% dell’indice. Al contrario i settori che hanno fatto peggio da inizio anno, ovvero tecnologia e retail, hanno un peso molto basso nel FTSE MIB. A riprova del fatto che in ogni caso l’equity Italia non sia stato risparmiato dal sell-off globale, vi è l’andamento degli indici mid e small cap come lo STAR che perde il -25% da inizio anno.

In queste settimane, nel frattempo, si è conclusa l’earning season (ogni tre mesi le grandi aziende quotate sui mercati rendono noti gli utili prodotti nell’ultimo periodo e forniscono in generale informazioni sulla propria situazione finanziaria) relativa al primo trimestre del 2022. Le società hanno evidenziato una domanda forte sia lato consumi che lato servizi. Domanda che si riflette in una crescita dei ricavi rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente, che è stata per la maggior parte delle società in doppia cifra e superiore alle attese degli analisti. Discorso molto diverso invece per quanto riguarda la profittabilità. L’aumento dei costi principalmente legato a logistica, energia e materie prime sta erodendo i margini delle società che, nonostante continui aumenti di prezzo, non riescono a stare al passo con la pressione inflattiva. La tenuta dei margini è diventata quindi la preoccupazione principale degli investitori soprattutto perché molti CEO hanno dato messaggi poco rassicuranti per i trimestri che verranno riguardo ai vari temi che stanno guidando l’inflazione.

Tra questi i più importanti da tenere monitorati sono:

  • il temporaneo lockdown in Cina (punto focale della supply chain globale) e in particolare nelle città portuali come Shangai,
  • la carenza dei semiconduttori (componenti ormai fondamentali in innumerevoli prodotti dalle macchine ai telefoni),
  • l’elevato prezzo del petrolio e delle altre materie prime come metalli e grano derivante dalla guerra in Ucraina e dalle conseguenti sanzioni occidentali verso la Russia.

Se quindi sul mercato secondario è ancora tempo di grande cautela in attesa della risoluzione delle questioni macroeconomiche, ecco che qualche opportunità arriva dal ritorno a Piazza Affari, dopo qualche mese di congelamento, del mercato primario.

Entro la fine del primo semestre dell’anno infatti sono attese le offerte pubbliche iniziali (IPO) di ben 4 società di una certa dimensione e rilevanza ovvero: (i) Plenitude che è lo spin-off parziale della parte rinnovabili e distribuzione del gruppo ENI; (ii) De Nora, uno dei leader tecnologici europei nel mondo dell’idrogeno sia lato idrolisi sia lato celle a combustibile; (iii) Chiorino, società con footprint globale attiva nella produzione di nastri di trasporto e cinghie di trasmissione; (iv) Selle Royal, gruppo che racchiude al suo interno i brand più importanti in tutto il mondo per quanto il settore delle selle da bici di alta gamma.

Tutte e quattro queste società operano in mercati in crescita strutturale e hanno un vantaggio competitivo di natura tecnologica che rende i loro utili sostenibili nel tempo. Infine, dovrebbero arrivare sul mercato anche a valutazioni ragionevoli, essendoci appena stato un rilevante repricing generale dei multipli al ribasso.

In conclusione, i mercati rimangono prigionieri delle variabili macroeconomiche negative che cominciano a farsi strada anche nei conti delle società. Gli analisti si sono già portati avanti tagliando le stime di ricavi e marginalità per i prossimi trimestri, ma rimane il dubbio se abbiano tagliato abbastanza. In questo contesto quindi avere l’opportunità di accedere al mercato primario può essere una buona strategia per aumentare i ritorni.

 

Commento a cura di Massimo Trabattoni, Head of Italian Equity.

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