Il ruolo del Private Banking: la ricchezza privata a sostegno della ripartenza economica

1 Luglio 2020

Fabrizio Rindi – Chief Executive Officer del Gruppo Kairos – intervistato dal mensile Patrimoni, insieme ad altri 15 esponenti delle più importanti case di risparmio gestito, spiega come il consolidamento del settore di Private Banking possa veicolare la ricchezza privata delle famiglie italiane verso il sistema produttivo e il settore delle pmi, rilanciando il futuro economico del Paese.

“Il mercato del private banking in Italia sta attraversando una fisiologica fase di consolidamento, legata da un lato alla crescita degli ultimi anni e dall’altro alla sempre maggiore attenzione che il regolatore sta prestando al settore: mi riferisco in particolare agli aspetti normativi, che richiedono specifiche professionalità e alla necessità di poter contare su processi sostenibili, che pongono anche un problema dimensionale del business. Anche l’utilizzo della tecnologia diventa oggi un fattore imprescindibile, soprattutto per poter raggiungere le nuove generazioni di potenziali clienti, così come assume un connotato strategico l’attività di formazione: il private banker assumerà sempre più il ruolo di referente globale per il cliente, che avrà bisogno di una guida non solo per la gestione nel tempo dei propri attivi finanziari, ma anche dell’intero patrimonio. Nell’arricchimento delle competenze del banker è importante includere la capacità di gestire l’emotività del cliente in occasione di momenti di volatilità sostenuta del mercato, oppure di accadimenti legati alla sfera personale o aziendale, come a titolo esemplificativo la pianificazione del passaggio generazionale o la cessione di un ramo d’azienda.

L’Italia ha un grande vantaggio rispetto ad altri paesi europei, ossia una ricchezza privata importante. Negli ultimi anni si è assistito a vari tentativi di veicolare parte di questo stock in strumenti che potessero contribuire alla crescita dell’economia italiana e mai come oggi sta diventando urgente fornire un contributo concreto al lavoro che il ministero dell’Economia e delle finanze e quello dello Sviluppo economico stanno mettendo in campo per rilanciare gli investimenti nel paese.

Si sta infatti aprendo la strada verso la creazione di strumenti finanziari che investono in segmenti di mercato meno liquidi, che potranno sostenere il sistema produttivo industriale, soprattutto le piccole e medie imprese: stiamo parlando di fondi di private equity, venture capital, pir e in queste ultime settimane di pir alternativi, meglio rispondenti alle esigenze di una clientela private. Si tratta di iniziative interessanti, che andrebbero però accompagnate da un quadro normativo più stabile e da incentivi fiscali più chiari e premianti: se così fosse, il settore del private banking potrebbe fortemente agevolare l’incontro tra la domanda e l’offerta e dunque contribuire in maniera decisiva allo sviluppo dell’economia reale.

Alla luce di quanto già detto è prevedibile dunque che il settore nei prossimi anni sia coinvolto in un forte processo di consolidamento che vedrà da un lato, i grandi gruppi di private banking, in grado di soddisfare tutte le esigenze patrimoniali del cliente e dall’altro, realtà di nicchia che, con un bagaglio di expertise altamente sofisticato, si rivolgeranno a un target esclusivo di clientela e contestualmente a operatori del settore che avranno bisogno di integrare le proprie competenze in determinati segmenti di mercato.”

Rassegna Stampa

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