La manifattura italiana scalda i motori per attrarre nuovi investimenti

1 Ottobre 2021
Italian Times

Lo abbiamo detto più volte: L’Italia sta attraversando un momento “speciale”.

Il reporting del primo semestre è stato infatti complessivamente positivo. Si è potuto constatare come i dati della manifattura italiana abbiano registrato tassi di crescita molto sostenuti e come la ripresa stia dando segnali di solidità superiori alle stime. I mercati lo avevano in parte anticipato, anche alla luce del fatto che la stagione delle trimestrali cade tra fine luglio e agosto ed è divisa in varie fasi.

Tuttavia, è sempre difficile dire quanto queste aspettative siano già incorporate nelle quotazioni. Al momento i numeri sono molto robusti e sono trainati dalla componente manifatturiera, che è anche la spina dorsale dell’economia del nostro Paese. Inoltre, la gestione del piano vaccinale ci colloca tra i Paesi più virtuosi in Europa. “Ci sono quindi le premesse affinché la crescita possa continuare anche nei prossimi trimestri, ma i prossimi due-tre mesi ci forniranno informazioni cruciali sulla capacità del governo e delle istituzioni italiane di varare le riforme necessarie per beneficiare dei fondi europei del PNRR”, spiega Trabattoni.

Il vero tema dell’equity Italia è come sarà la fase post Covid-19 con la realizzazione delle riforme che il governo Draghi sta implementando. Se queste trasformeranno l’Italia in un Paese in cui è più facile fare industria e avviare attività economiche, probabilmente avremo ancora parecchio spazio in termini di rivalutazione dei prezzi. Uno scenario dovuto anche al fatto che negli ultimi venti anni la modernizzazione e la crescita sono rimaste praticamente congelate. Il trend di fondo resta positivo, ma i mercati tendono ad enfatizzarlo con fasi accelerate di rialzo seguite da pause per metabolizzare le esuberanze.

Per gestire queste fasi, Kairos privilegia un approccio flessibile che si traduce con l’evitare di essere passivamente sempre investiti con una quota fissa di azioni in portafoglio. Si cerca invece di trarre beneficio nel tempo, in modo da cogliere le opportunità tattiche oltre ai frutti degli investimenti strategici di medio-lungo termine.

Oltre ai settori più legati al PNRR, ovvero la transizione energetica e la digitalizzazione, Kairos estende il raggio d’azione a tutto il comparto manifatturiero italiano delle mid e small cap. Questo anche per cogliere le opportunità che si stanno già creando dal processo inverso di delocalizzazione delle filiere produttive globali. Sostiene Trabattoni: “Negli ultimi decenni abbiamo assistito ad una costante migrazione delle catene di produzione verso Oriente, mentre adesso si moltiplicano i casi di ritorno in Italia, un Paese che è il secondo per manifattura in Europa e che vanta una capacità produttiva ad alto valore aggiunto. Non solo. L’industria italiana capitalizza anche gli investimenti propiziati dalle iniziative dei governi precedenti (industria 4.0) che hanno incentivato l’ammodernamento e la digitalizzazione nel processo produttivo”.

In conclusione, oggi i maggiori fattori di rischio per l’azionario non sono tanto legati al cd. “rischio Paese”, quanto piuttosto agli elementi di criticità evidenziati dal contesto internazionale. Il nostro Paese ha tanto ancora da recuperare sia in termini economici e sia, a cascata, in termini di rivalutazioni azionarie. Stiamo infatti osservando cambiamenti storici come la fine della delocalizzazione della produzione, che sta rimettendo l’attività manifatturiera italiana al centro della scena. Il tema vero è capire se grazie al governo Draghi questo momentum positivo si protrarrà, consentendo di impiegare al meglio le risorse europee e, al contempo, sarà in grado di attrarre nuovi investimenti esteri. Le premesse sono senz’altro positive.

Intervista a Massimo Trabattoni, Head of Italian Equity.

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