La view di mercato di Alessandro Fugnoli

7 Aprile 2015

Alessandro Fugnoli, strategist di Kairos, ha aperto l’evento di Citywire riservato ai fund selector, che si è tenuto al Four Season Hotel di Milano lo scorso 31 marzo.
Fugnoli ha condiviso la sua visione di mercato con la platea, senza risparmiare le sue considerazioni in termini di implicazioni per gli investitori e i loro portafogli.

Ha esordito riportando due scuole di pensiero su quanto accaduto dal 2009 ad oggi: la prima ritiene che il ciclo economico sia come tutti gli altri  ed ora siamo in una fase di ripresa, soprattutto per gli Stati Uniti; la seconda è dell’idea che siamo di fronte ad un ciclo del credito, ovvero siamo in una fase di deleveraging con un QE  insufficiente.

“In entrambe queste due impostazioni c’è del vero, bisogna vederle sovrapposte ed essere pragmatici e non ideologici: in sintesi ci si aspetta una ripartenza cauta dell’inflazione e bisogna prendere coscienza che il ciclo economico ha una sua vitalità e sta facendo il suo corso” ha spiegato. “Ne sono un esempio gli Stati Uniti: l’inflazione (ex oil) era dell’1,5% un anno fa e ora è dell’1,9%  e l’azzeramento dell’output gap, cioè il possibile inizio del bear market è previsto per la fine del 2015, mentre in Europa per la fine del 2017”.

Insomma non ci sarà una grande accelerazione in America: sono anni che la crescita oscilla intorno al 2% e anche se dovesse esserci una spinta verso l’alto sarà mangiata dal dollaro.

Sul fronte europeo la Germania ha confermato a parole e fatti che ci tiene all’euro e anche l’opinione pubblica ha accettato il QE come valida soluzione al problema del debito. “Ma l’Euro non è comunque una struttura definitiva, sarà costantemente oggetto di dubbi e la sua debolezza continuerà, ma non per una fragilità ciclica dell’economia europea, che invece, grazie alla ripresa dei consumi, registrerà un discreto boom: saranno gli europei a scegliere di far uscire flussi di capitale” ha sostenuto Fugnoli.

 “I  bond europei sono abbastanza arrivati , ma un bear market arriverà solo alla fine del 2017. Le borse hanno invece ancora uno spazio di ripresa” ha sintetizzato Fugnoli in tema di Europa.

E prima di concludere il suo speech lo strategist si è brevemente soffermato sulle altre aree di investimento. Ha spiegato che in Giappone gli utili continuano a crescere, il QE perdurerà, il cambio è sufficientemente basso, non c’è neccessità di svalutazioni e le valutazioni sono meno elevate di quelle europee e americane.  

 “La Cina è più avanti di tutti nel ciclo economico, è in una fase di maturità, delicata: l’inizio di quest’anno è stato pessimo. I nodi strutturali sono in evidenza e per questo si stanno facendo riforme del sistema. La borsa cinese è salita troppo, è cara, ma la dirigenza politica spinge per una rivalutazione dei corsi” ha continuato.

Tra i mercati emergenti, in cui in generale ci troviamo di fronte a tassi e quotazioni invitanti, considerando che l’India e l’Indonesia sono cresciute troppo e la Turchia è in una fase politica dubbiosa, secondo Fugnoli rimangono aperte le porte del Messico e del Perù.  

E che dire sul petrolio?  “L’Arabia Saudita e l’Iran sono sul piede di guerra, ma ancora per il prossimo trimestre non assisteremo ad una risalita: la quotazione si manterrà sugli attuali livelli ” così Fugnoli ha concluso il suo intervento.

 

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