Le oscillazioni dello spread? Una questione finanziaria e non reale

6 Giugno 2018
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Il mercato degli investimenti, nelle ultime settimane, ha subito forti variazioni in conseguenza di uno scenario politico in continua evoluzione che alla fine ha portato alla formazione di un nuovo governo. In alcune fasi ha prevalso la speculazione sui fondamentali, anche perché risultava difficile avere un orizzonte di investimento di lungo termine in una situazione politica confusa. In questo frangente quindi i portafogli diventano più volatili e diventa necessario spostarsi su posizioni complessivamente più prudenti.

Ma non bisogna mai dimenticare che proprio in queste fasi di volatilità si creano le migliori opportunità di acquisto; da qui in avanti il mercato andrà guardato proprio con l’intenzione di coglierle e di sfruttarle, anche perché sicuramente qualche giornata di tensione corriamo il rischio di viverla ancora. Noi siamo peraltro complessivamente ottimisti sull’evoluzione dell’Italia, è utile individuare e puntare ora sui titoli che verranno eccessivamente penalizzati nel mercato.

Resta il fatto che è tornata la volatilità, che sembrava sparita, basti pensare che oramai i titoli e i mercati si muovono anche solo sulla base di un messaggio twitter o di un post sui social network e dovremo convivere anche in futuro con questi fenomeni. In ogni caso il nostro paese si trova in una fase di ciclo economico ben diversa da quella in cui si trovava nel 2011 e le banche hanno una situazione patrimoniale molto migliore di quella del passato, ma c’è da dire che l’andamento dei mercati finanziari può arrivare anche a condizionare l’economia reale, fino addirittura a causarne un rallentamento nella crescita: gli imprenditori infatti, in momenti difficili come quelli delle settimane scorse, non sono invogliati a promuovere investimenti all’interno dell’ azienda, tendono piuttosto a rinviarli a tempi migliori. Ci auguriamo che, nei prossimi mesi, il mercato finanziario non arrivi ad influenzare negativamente l’economia reale.

Tornando ai listini si iniziano a intravedere delle opportunità tra le small cap ad esempio, anche se è da sottolineare che il posizionamento su un titolo meno liquido ha un costo, considerando che siamo nella fase finale del ciclo economico globale e quindi gli investitori preferiscono titoli più facilmente liquidabili.

Come termometro che indica il livello delle tensioni esistenti sul mercato si può guardare allo spread, ma sempre visto in considerazione anche dei tassi reali che stiamo pagando. Negli ultimi anni infatti lo spread è stato tenuto sotto controllo dalla Banca Centrale Europea ma nelle ultime settimane ha ripreso ad essere volatile: prima è stato fin troppo basso, adesso sta registrando dei rialzi eccessivi. Le oscillazioni di breve termine dello spread sono un dato più finanziario che reale e speriamo che rimanga tale.

A cura di Massimo Trabattoni, Responsabile Azionario Italia di Kairos per la rubrica Italian Times di AdvisorPrivate.

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