Nel mese di maggio i principali indici azionari globali hanno conseguito performance positive: per il mercato italiano il Ftse Mib +3,50% (+17,5% YtD), lo Stoxx Europe 600 +3,1% (+10,4% YtD), l’S&P 500 +4,5% (+10,8% YtD) ed il Nasdaq +7,6% (+12,4% YtD) in valuta locale (total return).
Nel momento in cui scriviamo, si è appena conclusa la reporting season relativa al primo trimestre dell’anno. Il settore bancario ha riportato ancora una volta numeri molto forti, sebbene con un mix leggermente diverso rispetto ai trimestri precedenti. Da una parte, un margine di interesse resilente grazie a tassi dell’attivo ancora molto elevati a fronte di un costo del funding pressoché inalterato, dall’altra, commissioni sensibilmente più forti delle attese, anche alla luce di un contesto di mercato favorevole e della prospettiva di tassi in calo nella seconda metà dell’anno. Condizioni che hanno entrambe contribuito a rendere più attrattivi i prodotti del risparmio gestito agli occhi della clientela retail.
Pertanto, riteniamo che il momentum estremamente positivo sul settore bancario sia destinato a esaurirsi lentamente, cedendo il passo a una possibile sovraperformance dei titoli del risparmio gestito, a mano a mano che l’inizio del ciclo di ribasso dei tassi si avvicina e la prospettiva di investire in singoli titoli obbligazionari diventa sempre meno interessante. In questa direzione va sicuramente il dato sul collocamento dell’ultima emissione di BTP Valore, che nel mese di maggio ha raccolto circa €11 miliardi, rispetto ai €18 miliardi di febbraio.
Per quanto riguarda invece il reporting al di fuori dal settore bancario, abbiamo notato come le aspettative degli investitori si sono stabilizzate su un livello piuttosto elevato, soprattutto nei settori ciclici. Di conseguenza, è necessario un set di risultati brillanti per soddisfare il mercato. Inoltre, sottolineiamo come nei primi tre mesi dell’anno le utilities, in particolare le integrate, abbiano conseguito risultati ben superiori alle attese del consensus, grazie ad un’ottima power generation (con un forte contributo positivo della divisione idroelettrica).
Per quanto riguarda le PMI italiane, finalmente vediamo i primi segnali concreti di inversione del trend di sottoperformance delle mid e small cap rispetto alle società a maggiore capitalizzazione. Infatti, nelle ultime settimane, le PMI hanno mostrato chiari cenni di una ripresa in Borsa, che lascia presagire l’inizio della chiusura del gap di performance (ormai record) rispetto alle large cap. Il team rimane convinto che la prospettiva di un calo dei tassi nei prossimi mesi possa essere la leva decisiva affinché questa asset class torni a performare. Ribadiamo la nostra convinzione in un approccio bottom-up, con un’attenta selezione dei nomi di maggiore qualità, caratterizzati da bilanci solidi, con margini resilienti e comprovata generazione di cassa, una posizione di leadership in una specifica nicchia di mercato ed una spiccata propensione all’internazionalizzazione.
A cura di Massimo Trabattoni, Head of Italian Equity
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