Mercati delusi, aspettano un piano Marshall

4 Marzo 2020

“La delusione dei mercati nonostante il taglio a sorpresa di 50 punti base da parte della Federal Reserve? Questo è il primo taglio in America tra due sedute di politica monetaria dal 2008: da un lato dà il senso di urgenza e di preoccupazione delle Banche Centrali, Fed in primis, dall’altro però il taglio di per sé è condizione necessaria, ma non sufficiente. Senza dimenticare che lunedì Wall Street era salita del 5%, anticipando la mossa», afferma Guido Brera, 50 anni, Chief Investment Officer di Kairos Partners SGR. “Se però la politica fiscale non segue la politica monetaria, questa volta non ne usciamo”. Pur restando “ottimista nel medio periodo”, perché se nel breve periodo la crisi è grave, sarà “l’opportunità di cambiare il paradigma della produzione e di ripensare al concetto di globalizzazione nel rispetto dell’ambiente”.

Perché non ne usciamo?

“Perché abbiamo tre problemi insieme: uno choc da domanda, uno choc da offerta e uno choc sanitario, mai visto nemmeno in tempo guerra. Perciò serve una risposta monetaria immediata. Ne seguiranno altre, dalla Bank of England e dalle altre Banche Centrali”.

Anche dalla BCE?

“La BCE dovrà continuare a comprare titoli sul mercato secondario. Mario Draghi questa volta ci ha salvato, perché ha visto in anticipo la necessità di riavviare il Quantitative Easing prima di andarsene. Draghi ci mancherà molto in questa fase, averlo a Francoforte avrebbe garantito continuità”.

Il rischio maggiore?

“La bolla dei corporate bond. Il mercato si è già adeguato al calo dei prezzi, le aziende però sono state acquistate dai fondi di private equity sulla base degli utili attesi, per ripagare il debito, usato come leva sproporzionata per sfruttare anni di tassi di interesse molto bassi. Questo crea molta fragilità”.

Che cosa servirebbe?

“Un piano Marshall. Abbiamo usato il mondo come una catena di montaggio, ma questo paradigma oggi si è fermato, le catene di fornitura sono inceppate. Però nel medio termine abbiamo l’opportunità di rivedere le catene di valore globale. E questo può aiutare non solo l’Europa e i Paesi come l’Italia, ma anche l’ambiente. Ma nel breve periodo serve subito un piano Marshall comunitario. Questa è una delle famose crisi che ci aiutano a costruire l’Europa”.

 

Rassegna Stampa

 

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