Le ultime due settimane del dicembre 2018 hanno visto il Governo italiano giungere ad un accordo con l’Unione Europea sulla tematica del rapporto deficit/PIL, dando relief al governativo italiano e quindi allo spread. L’accordo fra le parti infatti ha allentato la tensione sul paese Italia, anche se la discussione non è stata archiviata quanto piuttosto rimandata alla manovra dell’anno prossimo.
Accantonato quindi per il momento lo scontro con l’Europa, il mercato italiano ha potuto, insieme alle altre Borse mondiali, complice un discorso accomodante di Powell ed una parvenza di pace commerciale fra Stati Uniti e Cina, partecipare al consueto rally di gennaio beneficiando della liquidità tipica di inizio anno e quindi dei movimenti di ribilanciamento di portafoglio.
Terminata la sbornia da celere risalita, il mercato dovrà fare un reality check e decidere in quale direzione muoversi. Gli elementi di incertezza infatti persistono:
• le elezioni europee di maggio potrebbero delineare un profilo dell’Europa diverso da quello che conosciamo in virtù delle forze sovraniste e populiste che hanno guadagnato consensi nei paesi del continente;
• Trump, nonostante tramite i social sia trapelato ottimismo circa i dialoghi con la controparte cinese, ancora non ha concluso alcun accordo e quindi, data la sua imprevedibilità, potrebbe stupire i mercati sia positivamente che negativamente;
• si sono manifestati evidenti segnali macro di rallentamento del ciclo sia in Europa che negli Stati Uniti con rispettivamente PMI ed ISM deboli;
• continua il percorso di normalizzazione della politica monetaria.
Pertanto, è necessario approcciare il 2019 con cautela seppure nell’universo investibile italiano e non solo, siano presenti importanti opportunità di acquisto generatesi dal sell-off dell’anno passato.
Guardando da vicino il mercato italiano, è interessante osservare il comportamento di due settori chiave: da una parte le utilities, le quali hanno ritoccato i massimi di forza relativa raggiunti nell’estate 2016 quando ci fu il rialzo dei tassi americani e quindi potrebbero fermare la loro corsa, dall’altra il settore bancario che continua a soffrire per lo scenario di tassi bassi.
A cura di Massimo Trabattoni, Head of Italian Equity di Kairos.