Il 2022 è stato un anno record per il venture capital italiano: il mercato ha superato per la prima volta la soglia dei € 2 miliardi di investimenti raggiungendo il record assoluto di € 2,080 milioni1 investiti contro i € 1,230 milioni investiti nel 2021 (+69%) e proseguendo così il trend di forte crescita avuto dal 2020 al 2021. L’importante incremento degli investimenti nel mercato italiano nel 2022 assume una rilevanza ancora maggiore se si considera che il nostro Paese ha avuto un dato in netta controtendenza rispetto a molti degli altri principali paesi europei dove si sono registrate importanti flessioni (es. Regno Unito -24% e Germania -38%) o crescite modeste (es. Francia +11%). Guardando al numero assoluto di deal nel 2022 si sono registrate 326 operazioni (nel 2021 erano state 334)1: è cresciuta la dimensione media dei round di investimenti, oltre ad essere aumentato il numero di operazioni di grandi dimensioni che hanno trainato il mercato.

Il venture capital italiano, nonostante la forte accelerazione avuta negli ultimi anni, deve ancora recuperare il forte gap accumulato verso gli altri principali paesi europei e ciò è ancora più evidente osservando i dati degli investimenti di venture capital pro-capite che vedono nel 2022 l’Italia attestarsi ad un valore pari a € 35, in crescita rispetto i € 21 dell’anno precedente, ma ancora molto distante dai € 61 della Spagna, € 149 della Francia, € 153 della Germania e ben € 369 del Regno Unito1, mostrando un enorme potenziale di crescita per il nostro mercato negli anni a venire. Nel 2022 si è anche registrata una buona crescita del numero delle exit (vendita di quote da parte di un imprenditore o di un investitore, con conseguente “uscita” dall’investimento) che sono state pari a 37, contro le 30 del 20212, segno del percorso di maturazione che sta affrontando il mercato del venture capital italiano.

  • 1. Fonte: EY Venture Capital Barometer – Italy, Year 2022 (Ernst&Young)
  • 2. Fonte: Osservatorio sul Venture Capital, Italia Q4-22 e FY-22 (Growth Capital e Italian Tech Alliance)

Contesto europeo

L’industria farmaceutica è uno dei settori ad alta tecnologia più performanti d’Europa, nonché un pilastro dell’economia europea e grazie ad una produzione complessiva stimata a fine 2021 pari a circa € 300 miliardi potrà svolgere un ruolo primario nel rilancio della crescita in Europa, nonché nella sua futura competitività in un’economia globale. Il settore farmaceutico è il primo per ammontare degli investimenti in ricerca e sviluppo, infatti, nel 2021 le attività di R&D sono state stimate pari a € 41.500 milioni con quasi 840 mila impiegati nel settore nel nostro continente3 ed un trend di crescita costante negli ultimi anni, anche se con tassi inferiori rispetto agli Stati Uniti e alla Cina. Guardando al segmento del venture capital, gli investimenti in Europa nel settore farmaceutico hanno avuto una rilevante crescita dal 2017 al 2021 con un CAGR (Compounded Average Growth Rate, ovvero tasso annuo di crescita composto) del 35%, raggiungendo oltre € 2,1 miliardi nel 2021; nel 2022 si è avuto invece un rallentamento legato al negativo contesto economico globale attribuibile anche alle conseguenze della guerra tra Russia e Ucraina.

  • 3. Fonte: EFPIA 2022

 

 

Mercato europeo della cannabis farmaceutica

Il mercato della cannabis farmaceutica in UE nel 2020 è stato di circa € 231 milioni con un numero di pazienti a cui è stata prescritta la cannabis come terapia pari a oltre 180.000. Il mercato è atteso in forte crescita e si stima che raggiunga i € 41,4 miliardi nel 20284.

Nell’ambito del venture capital nel settore della cannabis medicale a livello globale si è avuta una forte accelerazione degli investimenti a partire dal 2018, con un picco di investimenti mappati pari a € 618 milioni nel 2021; il 2022 ha vissuto una contrazione sulla scia del contesto economico globale5.

I cannabinoidi, derivati dalla cannabis, trovano un’interessante applicazione in campo farmaceutico in quanto presentano diverse proprietà benefiche che gli permettono di poter essere impiegati con successo in potenziali numerose applicazioni terapeutiche: epilessia, depressione, infiammazioni, ansia, anoressia, sclerosi multipla, Parkinson, malattia di Crohn, spasticità muscolare, inappetenza, glaucoma e insonnia. Il contesto regolatorio europeo riguardo la cannabis si è evoluto notevolmente negli ultimi anni, aprendo a numerose nuove opportunità. Nel 2020 la Corte di Giustizia dell’UE ha dichiarato che il CBD non è un narcotico, mentre l’ONU alla fine dello stesso anno ha riclassificato la cannabis da droga di serie IV a serie I, aprendo ad opportunità per l’uso in ambito medico. Anche la Commissione Europea nel 2020 ha inserito il cannabidiolo di origine naturale derivato da un estratto, da una tintura o da una resina di cannabis, all’interno di un apposito database creato dalla Commissione Europea per fornire informazioni su sostanze ed ingredienti cosmetici.

  • 4. Fonte: Report di Prohibition Partners
  • 5. Fonte: Elaborazione Kairos su dati di PitchBook

 

Contesto italiano

Il settore del Life Science italiano è stato negli ultimi anni uno dei più dinamici e attrattivi. L’intera filiera delle Scienze della Vita nel 2021 conta 192.811 addetti, oltre 5.600 imprese mappate attive e ha registrato un valore della produzione complessivo pari a € 50,6 miliardi con un export di circa € 38,7 miliardi. Il segmento farmaceutico è quello decisamente più grande e nel 2021 ha contribuito a circa il 68% del totale del valore della produzione del settore delle Scienze della Vita, seguito dalle biotecnologie con il 20% e infine dai dispositivi medici con il 12%. L’Italia continua a distinguersi a livello mondiale per l’alta qualità e produttività della ricerca scientifica e figura in Europa al secondo posto per numero di pubblicazioni totali nel settore del Life Science, dietro alla sola Germania, e prima per numero di citazioni.

L’Italia è uno dei paesi leader in Europa nella produzione farmaceutica con un valore totale della produzione nel 2021 pari a € 34,4 miliardi (anche nei primi 4 mesi del 2022 vi è stata una crescita di oltre l’8%), un export che supera l’85% ed un numero totale di addetti nel settore pari a 67.0006. La lotta al Covid-19 ha visto in prima linea le società del settore farmaceutico e tutto il sistema della ricerca e sviluppo; l’Italia è stata tra i primi posti al mondo nel 2020 per numero di pubblicazioni biomediche sul virus e quarta in Europa per l’esportazione di vaccini contro il Covid-19 nel 2021 dietro a Belgio, Germania e Spagna. Nei prossimi anni la crescita del settore healthcare in Italia sarà supportata ulteriormente dai fondi del PNRR stanziati per l’ambito della salute pari a € 15,6 miliardi.

  • 6. Fonte: Farmindustria – Luglio 2022

 

 

Nell’ambito del venture capital il settore Life Science/Healthcare in Italia è da molti anni in grande fermento e sono infatti numerose ed in crescita le startup attive in ricerca e sviluppo nell’ambito farmaceutico, biotecnologico e dei dispositivi medicali. Nel 2022 gli investimenti in questo settore hanno rappresentato il 14% del totale del mercato del venture capital italiano con €284 milioni investiti in startup (nel 2021 erano stati € 99 milioni), collocandosi come il terzo settore in assoluto per valore degli investimenti. Le operazioni di maggiori dimensioni nel 2022 sono state MMI (€ 72M), InnovHeart (€ 48M), Sibylla Biotech (€ 23M), Kither Biotech (€ 19M) e Unobravo (€ 17M).

 

Mercato italiano della cannabis farmaceutica

Il mercato della cannabis terapeutica in Italia nel 2020 è stato pari a € 36,2 milioni con circa 29.000 pazienti ed è stimato raggiungere i € 7,5 miliardi nel 20287, diventando uno dei principali mercati europei per la cannabis medicale. Il mercato si sta spostando dai fiori agli estratti e agli isolati lavorati, perché sono di più facile somministrazione e più familiari sia per i medici che effettuano la prescrizione che per i pazienti, oltre ad avere meno effetti collaterali dannosi rispetto alla combustione e all’inalazione di vapore. I prodotti a prevalenza di THC (tetraidrocannabinolo) sono quelli che hanno registrato le maggiori vendite grazie al trattamento di condizioni di dolore cronico che il THC aiuta ad alleviare, mentre il CBD (cannabidiolo) è utilizzato per una più ampia varietà di applicazioni grazie alla mancanza di effetti psicotropi.

L’utilizzo della cannabis per uso terapeutico è stato autorizzato in Italia nel 2013. La normativa attuale italiana sulla cannabis terapeutica è però piuttosto rigida seppur in costante evoluzione ed è dunque probabile che vada ad allinearsi alle pratiche mediche tradizionali, favorendo anche una maggior diffusione dei principi attivi farmaceutici e delle formulazioni a base di cannabis.

  • 7. Fonte: Report di Prohibition Partners

Ascolta l'intervista a Gerardo Di Francesco,
Fondatore e Managing Director di Materia Medica Processing

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