PIAZZA AFFARI, DA POSSIBILE FONTE DI RISCHI A POTENZIALE OPPORTUNITA’

20 Settembre 2019
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La nascita del nuovo governo, il Conte 2, ha di fatto abbattuto l’incertezza sull’Italia e lo spread ne ha immediatamente beneficiato, portandosi al di sotto dei 150 punti; fino a poche settimane fa il differenziale era stabilmente sopra i 200 e avrebbe potuto proiettarsi su livelli superiori nelle prossime settimane, in caso di nuove elezioni. Ai mercati, infatti, non piace affatto l’incertezza, mentre la stabilità viene apprezzata, soprattutto se, come in questo caso, la coalizione del nuovo esecutivo italiano evidenzia un profilo di maggior dialogo con l’Europa.

“Il contesto che si è venuto a creare in Italia offre un supporto positivo al settore bancario, in cui sono soprattutto i medi e piccoli istituti a beneficiare del calo dello spread. Infatti l’aumento dei prezzi dei Btp detenuti da queste banche permette di incrementare il buffer di capitale, e quindi di allontanare il rischio di aumenti, particolarmente insidioso per gli istituti di più piccola dimensione e azionariato”, sottolinea Massimo Trabattoni, Head of Italian Equity. Si tratta di un fenomeno che ha già favorito le quotazioni di queste banche e che potrebbe proseguire ancora per qualche settimana, soprattutto se il rendimento dei Btp dovesse continuare la discesa.

Tuttavia resta un elemento di supporto temporaneo, dal momento che altri fattori giocano a sfavore dell’industria bancaria. Tassi ai minimi e in negativo riducono infatti i margini di intermediazione, nonostante gli ultimi aiuti da parte di Draghi, in un contesto peraltro di rallentamento economico. Alla luce di queste considerazioni, Trabattoni preferisce selezionare le banche ben gestite ed efficienti, tenendo nel dovuto conto anche la liquidabilità del titolo sul mercato. “Quest’ultimo non è il parametro più importante in assoluto per scegliere un titolo azionario, ma in un contesto come quello attuale, in cui i flussi d’investimento sul mercato non sono cospicui come in passato, diventa un aspetto non secondario”, tiene a precisare Trabattoni. Non a caso il lavoro del risk management è particolarmente apprezzato in questa fase, proprio per individuare i titoli che potrebbero soffrire in uno scenario di disinvestimenti consistenti.

“Cerchiamo il giusto mix tra titoli con elevata liquidabilità, con solidi fondamentali e stabilità del business, e titoli con spiccata propensione alla crescita – magari grazie allo sbocco sui mercati internazionali – sebbene siano caratterizzati da scambi poco rilevanti. Titoli, questi ultimi, che, spesso, sono la rappresentazione più genuina del tessuto industriale italiano, ma che devono essere inseriti in portafoglio in percentuali appropriate. Devono avere un peso non eccessivo, per non risultare penalizzanti in caso di violenta correzione del mercato e conseguenti maggiori richieste di disinvestimento delle quote del fondo, ma, al tempo stesso, costituire una quota non irrilevante dell’intero portafoglio, al fine di contribuire a fornire un apprezzabile extra rendimento nel medio lungo termine”.

Ma Piazza Affari potrà fare nei prossimi mesi meglio della media della zona Euro? “Difficilmente, dal momento che buona parte del distretto industriale del nostro Paese è legata a filo doppio con la Germania, la cui economia è attualmente in difficoltà, quindi è probabile un allineamento alla performance del listino europeo, spiega Trabattoni, secondo il quale, tuttavia, è comunque possibile trovare ancora valore nei singoli settori di Borsa.

L’esperto ritiene per esempio che nelle utilities e nei difensivi in generale, nonostante le quotazioni attuali sui massimi storici, ci siano ancora interessanti opportunità. Gli investitori orfani dei Btp e dei Bond societari e bancari, perché il rendimento di questi titoli è zero o negativo, punteranno ancora sui titoli azionari di compagnie di servizi di pubblica utilità regolamentati e dei settori dei beni di prima necessità che garantiscono buoni dividendi e una crescita organica anche in una fase di rallentamento dell’economia. Stesso discorso per il settore healthcare, nel quale è possibile rintracciare diverse realtà nazionali i cui tassi di crescita attesi per i prossimi anni sono a due cifre.

Nel settore lusso, che a livello mondiale beneficia dell’ampliamento della platea dei consumatori più abbienti dei Paesi Emergenti, occorre invece essere selettivi per individuare le aziende con vocazione internazionale e ben gestite. Nel ciclico, ovvero negli industriali e nel settore auto, meglio aspettare le prossime trimestrali per verificare quali società siano in grado di fronteggiare il rallentamento economico.

Intervista a Massimo Trabattoni, Head of Italian Equity.

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