Rendimenti cercasi in un mercato che cambia

15 Settembre 2014

«Fino ad ora il 2014 si è rivelato un anno interlocutorio per i fondi hedge. In genere la gestione attiva ha vissuto un periodo di consolidamento dopo l’ottimo 2013, ma già guardando a questa prima parte di settembre sembra di poter cogliere i segnali di forte miglioramento». Un futuro foriero di aspettative è, in estrema sintesi, è il quadro relativo ai fondi hedge che emerge parlando con Michele Gesualdi, gestore di Kairos, che dalla sede londinese del Gruppo tiene sotto stretta osservazione il mutare degli scenari.

«Guardando all’andamento degli ultimi mesi, il mercato è stato guidato fortemente dai titoli maggiori, le classiche mega cap; al contrario, le società a piccola e media capitalizzazione hanno sottoperformato quasi ovunque. In aggiunta si è assistito a un’inversione di tendenza dei trend che erano prevalsi nel 2013 e che avevano portato a un eccessivo affollamento su alcuni titoli e settori. Ciò ha generato una correzione per molti titoli, spesso anche molto solidi, che ha messo in sofferenza la gestione attiva. Il terzo fattore che ha pesato – spiega Gesualdi – è la forte discesa dei tassi, che ha portato a una leadership dei titoli con uno yield più elevato del resto del mercato, ma spesso rappresentativi di società prive di crescita». Ora, però, le condizioni sono mutate: c’è di nuovo spazio perché i tassi tornino a salire, in America il tapering è agli sgoccioli e la pulizia dei trade più affollati si è realizzata, così come parrebbe giunta a compimento la sottoperformance di small e medium cap. Condizioni che creano un miglior contesto per i fondi come il KIS Multi-Strategy, per cui è lecito aspettarsi una fine dell’anno brillante. Ci sono infatti diversi trade in grado di produrre reddito e poiché gli hedge hanno margini di manovra molto ampi, si può pensare di spaziare in tutte le asset class.

Continua Gesualdi: «Riguardo gli Emerging Markets, ci sono buone prospettive per Cina e India, possibile qualche opportunità in Brasile e Argentina. Sull’equity dei paesi sviluppati c’è sicuramente l’Europa che, sostenuta dalle autorità, potrebbe fare una fiammata, mentre in Usa è di interesse tutta la parte growth (titoli della tecnologia, consumer discretionary, industriali etc). Altri temi di grande rilievo sono l’Euro e lo Yen che possono continuare a indebolirsi, nonché il rafforzamento del Dollaro su molte valute. Sui tassi – straordinariamente bassi in Usa – si sta verificando una normalizzazione. E se settembre sarà ancora un mese di transizione, dopo otto mesi di freno tirato, gli hedge hanno finalmente parecchie munizioni per fare bene».

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