Trimestrali che sostengono la fine del 2022, ma occorre ancora cautela

29 Novembre 2022
Italian Times

Il mese di novembre è stato particolarmente movimentato per i mercati per via dei reporting delle aziende e dei dati sull’inflazione che per la prima volta ha visto un rallentamento.

Le borse europee stanno confermando il momento di grazia, con performance relative maggiori rispetto agli indici statunitensi. Nell’ultimo mese, il FTSE MIB ha guadagnato circa l’8%, il DAX il 9%, mentre il Nasdaq e l’S&P 500 rispettivamente il 4% e il 5%. Questo rally è dettato da sei settimane consecutive di short covering (al fine di operare una vendita allo
scoperto, il venditore prende a prestito titoli e li vende immediatamente sul mercato, con l’intento di ricomprarli in futuro ad un prezzo inferiore), 50% dei posizionamenti put annullati e 5 miliardi di call acquistate. Diverse società del vecchio continente, sono inoltre particolarmente avvantaggiate dal deprezzamento dell’Euro.

La parola d’ordine resta comunque “cautela” poiché, pur essendoci segnali di ripresa, rimaniamo in un contesto macroeconomico molto complicato, con tensioni geopolitiche, crisi energetica e la guerra Ucraina-Russia ancora in corso.

Per quanto riguarda i reporting del terzo trimestre , ci sono state diverse dichiarazione da parte delle società di non essere in grado di raggiungere gli utili previsti dalle stime iniziali immesse sul mercato. Tuttavia questi profit warning non sono ancora una prova chiara di rallentamento grave dell’economia. Alla luce dell’attuale situazione, il 2023 rimane dunque un grande punto interrogativo dove abbiamo da una parte gli analisti che si sono portati avanti a tagliare le stime, dall’altro previsioni di crescita basse, senza però riflettere ancora la più probabile recessione con conseguente calo nei fatturati.

Settorialmente le banche hanno riportato bene per via dei buoni margini d’interesse e anche l’automotive ha performato grazie alla domanda che ha tenuto e ad un allentamento dei problemi logistici che avevano impedito la produzione di molte auto ordinate.

Le aziende del settore oil hanno ottenuto ottimi risultati per via del momento d’oro che sta vivendo l’industria.

Diversa invece la situazione per il settore dei beni di consumo che ha subito una contrazione dei margini per via dell’aumento dei prezzi delle materie prime; lo stesso discorso vale per il settore delle utilities, con il costo dell’energia che rimane elevato.

È passato un mese da quando Giorgia Meloni ha ricevuto la campanella a Palazzo Chigi da Mario Draghi. Il 21 novembre si è tenuto il Consiglio dei ministri, ed è stata approvata una manovra di bilancio che ammonta a 35 miliardi di euro. I principali interventi riguardano:

  • il sostegno alle famiglie e alle imprese per contrastare il caro energia e l’aumento dell’inflazione, ma anche per la riduzione del cuneo fiscale e dell’Iva su alcuni prodotti;
  • l’annullamento del reddito di cittadinanza;
  • l’estensione della flat tax per autonomi e partite Iva fino a 85.000 euro e l’aumento del tetto al contante da 1.000 a 5.000 euro.

In questo contesto, anche se lo spread è rientrato, i mercati rimangono alla finestra, aspettando le scelte delle Banche Centrali che saranno probabilmente il vero ago della bilancia.

 

Commento a cura di Massimo Trabattoni, Head of Italian Equity.

Scarica il PDF dell’ultimo numero di Italian Times

IL NUOVO
MAGAZINE DIGITALE DI KAIROS
E’ ONLINE