US tra delusioni e speranze

31 Luglio 2014

«Relativo ottimismo sulle prospettive delle società americane, ma in generale sull’andamento dell’economia nel suo complesso. Siamo infatti in una fase in cui l’economia sta crescendo, ma non in maniera troppo forte da generare – almeno nel breve termine – grandi preoccupazioni in merito ai tassi di interesse». Così Michele Gesualdi, del team di gestori Kairos, che traccia un quadro delle prospettive statunitensi in merito a economia e mercati.

«In un contesto di crescita (anche se moderata) e di liquidità ancora abbondante tutti i risky assets continuano a far bene, specie l’equity. Si può ipotizzare – continua – che questa situazione si manterrà fino a quando non vi dovesse essere un aumento dell’inflazione o una decelerazione guidata da fattori esterni. Tuttavia si tratta di un equilibrio che, per quanto positivo, risulta relativamente fragile e passibile di cambiamento in tempi rapidi».

Gesualdi precisa inoltre che occorre tenere in considerazione che gli ultimi mesi hanno rilevato un andamento per certi aspetti deludente. «A seguito di un inverno molto duro, che ha impattato in maniera importante sull’attività economica, ci si attendeva un recupero decisamente più marcato, specie sul fronte immobiliare. La debolezza del mercato dell’housing porta a ritenere che occorra ormai prendere in considerazione dinamiche strutturali legate più a cambiamenti nel comportamento personale che non a fenomeni di natura ciclica. Non a caso, alcuni dei gestori in portafoglio hanno ridotto l’esposizione a questo settore».

Delusione anche sul fronte dei consumi, mentre, al contrario, segnali positivi derivano dai settori trasporti, manifattura, ingegneria, supportati dal trend di “onshoring” (vale a dire di ritorno delle industrie verso i paesi occidentali) e da un costo di produzione ormai molto più basso rispetto ad altri Paesi.

E per il futuro? Gesualdi ritiene che certe correzioni e una volatilità molto contenuta facciano parte di una seconda fase del bull market che ci accompagnerà ancora forse per qualche anno. E riassume: «Ci aspettiamo rialzi meno brillanti, rotazioni settoriali molto frequenti ma un trend generalmente positivo, in cui la differenza lo fanno i singoli titoli, l’M&A e le special situations, che dovrebbero garantire la generazione di alpha dei fondi hedge e dei fondi attivi in generale».

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